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19-08-2009

Cresce il numero dei protesti levati in provincia di Perugia nel primo semestre del 2009

Le cambiali non onorate sono aumentate del 9,4% rispetto al I° semestre 2008, mentre in calo risultano gli assegni risultati scoperti, - 16%.
I dati dell’indagine di Unioncamere nazionale presentati dalla Camera di Commercio di Perugia.
Il Presidente della Camera di Commercio di Perugia Ing. Giorgio Mencaroni: “L’andamento dei protesti rappresenta un indicatore significativo della congiuntura economica e dunque i dati del primo semestre di quest’anno durissimo non potevano che essere negativi. Va tuttavia rilevato che l’aumento del valore complessivo degli effetti protestati non è andato oltre il 10%, e in termini numerici la crescita è stata contenuta al 3,9%: un dato negativo, ma non una debacle”.
Il Comune di Perugia è in testa alla graduatoria per numero di protesti, seguito da Bastia Umbra e Città di Castello (Dati 2008 Camera di Commercio di Perugia)

 


L’andamento dei protesti nel corso del tempo rappresenta un indicatore economico significativo della congiuntura economica, in quanto i titoli protestati sono espressione delle difficoltà da parte delle imprese e delle persone ad onorare i propri impegni di pagamento nei termini pattuiti.
La criticità congiunturale produce ovviamente un inasprimento del fenomeno e dunque il primo semestre del 2009 – forse il momento più acuto della crisi - non poteva che dare risultati non esaltanti.
I dati della analisi di Unioncamere nazionale sull’andamento dei protesti levati nelle province italiane sono stati commentati alla Camera di Commercio di Perugia che peraltro elabora un bollettino statistico che riporta il trend dei protesti fino al livello comunale.
Nel primo semestre del 2009 in provincia di Perugia sono stati protestati effetti – assegni, cambiali, tratte – per un valore complessivo di € 24.450.837,00, in aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2008. Contenuta a un modesto + 3,9% la crescita del numero degli effetti non onorati, con il valore medio degli stessi salito del 5,9%.
“Potevamo aspettarci anche qualcosa di peggio – ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Perugia Ing. Giorgio Mencaroni – visto quanto successo dal primo semestre del 2008 in poi. Certo siamo in presenza di dati negativi, ma lontani dalla caduta che si poteva ipotizzare”.
“Se aumentano i protesti – ha detto ancora il presidente Mencaroni – significa che imprese e famiglie devono ancora risolvere i loro problemi di liquidità ed è per questo che occorre essere cauti quando ci si affretta a dare per terminata la crisi”.
In provincia di Perugia l’aumento delle cambiali protestate nel primo semestre 2009 ha fatto registrare variazioni sensibili: + 51,6% in termini di importo complessivo, che ha toccato i 12.341.528,00 €; + 9,4% del numero di effetti protestati e + 38,5% del loro valore medio.
Al contrario è netta la diminuzione degli assegni scoperto, non onorati, scesi in provincia di Perugia (sempre nel I° semestre 2009) del 22,7% per importo complessivo (€ 10.812.460,00), del 16% nel numero totale protestato e dell’8,1% nel valore medio ad assegno.
Un dato questo che in parte ridimensiona e contiene la crescita delle cambiali protestate.
La Camera di Commercio di Perugia realizza una rilevazione trimestrale che analizza l’andamento dei protesti anche su base comunale. Nell’anno 2008 – dati definitivi - la graduatoria dei comuni della provincia per numero di effetti protestati ed importo complessivo, è guidata dal Comune di Perugia, con un numero di protesti levati pari a 5.122 (corrispondenti al 33,4% del totale provinciale), per un valore complessivo di € 16.684.370 (il 35 % del totale provinciale). Al secondo posto si colloca il Comune di Bastia Umbra, che ha registrato nel 2008 un numero di effetti protestati pari a 2.340, corrispondenti ad un importo globale di € 9.890.810, mentre al terzo posto troviamo il Comune di Città di Castello, nel quale sono stati levati 1.544 protesti, per un valore pari a € 4.874.589. Tale graduatoria è rimasta invariata rispetto al 2007. I tre comuni insieme concentrano il 58,7% del numero degli effetti e il 66% del valore complessivo dei protesti provinciali del 2008.

 

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