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03-07-2009

Il secondo Giro d'Italia delle Donne che fanno Impresa ha fatto tappa a Perugia

 

Il secondo Giro d’Italia delle Donne che fanno Impresa ha fatto tappa a Perugia.
Ideato da Unioncamere nazionale, il Giro intende valorizzare, sostenere e
promuovere la realtà dell’imprenditoria femminile.
 
Momento centrale della tappa umbra del Giro
“Intraprendere al Femminile”
manifestazione organizzata dal Sistema Camerale e dai Comitati per la promozione dell’imprenditorialità femminile dell’Umbria e delle Camere di Commercio di Perugia e Terni.
Coordinatrice dei lavori Mariangela Gritta Grainer.
Sono intervenute Maria Rita Lorenzetti, presidente della Giunta Regionale dell’Umbria e Anna Santilli, Presidente Comitato Regionale Imprenditorialità Femminile dell’Umbria.
Relatori Tiziana Pompei, Dirigente Unioncamere nazionale, Sergio Sacchi, Professore Università degli Studi di Perugia e Andrea Sammarco, Segretario Generale della Camera di Commercio di Perugia - che ha presentato i risultati dell’indagine “Gli effetti della Crisi Economica sulle Imprese della Provincia di Perugia” condotta dalla Camera di Commercio su 100 imprese locali con titolare – socio - amministratore donna, Maria Teresa Severini, Dirigente d’azienda e i Presidenti dei Comitati per l’Imprenditorialità Femminile delle regioni Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche e Toscana.
Hanno portato testimonianze dirette le imprenditrici umbre Edi Cicchi, Mary Mancinelli, Natalia Nikolova, Dalia Sciamannini, Nela Turkovich e Maria Zappelli
 
Tappa perugina alla Camera di Commercio del secondo Giro d’Italia delle Donne che fanno Impresa, manifestazione itinerante ideata da Unioncamere nazionale con l’intento di valorizzare, sostenere e promuovere l’imprenditoria femminile.
Donne imprenditrici di tutta l’Umbria hanno partecipato alla manifestazione “Intraprendere al Femminile”, organizzata dal Sistema Camerale e dai Comitati per la promozione dell’imprenditorialità femminile dell’Umbria e delle Camere di Commercio di Perugia e Terni, in occasione del passaggio a Perugia – terza delle otto città sedi di tappa - del Giro d’Italia delle Donne d’impresa.
Coordinatrice dei lavori Mariangela Gritta Grainer, da sempre impegnata, a vari livelli, nella promozione dell’impresa rosa e protagonista della definizione del primo protocollo nazionale che portò alla costituzione dei CIF, i comitati per l’imprenditoria femminile, oggi quasi 100 con oltre mille donne imprenditrici presenti.
Dopo il saluto di Anna Santilli, Presidente Comitato Regionale Imprenditorialità Femminile dell’Umbria, che ha ripercorso le esperienze associative vissute nella nostra regione, Tiziana Pompei, dirigente Unioncamere nazionale, si è soffermata sull’attività svolta dai Comitati “rete creativa, non gerarchica, ma orizzontale”. “L’impatto della crisi – ha detto Tiziana Pompei - ovviamente si avverte anche sulle imprese a conduzione femminile, con il Nord Est in sofferenza, meno accentuata nel Nord Ovest e con il Centro che dimostra maggiore capacità di resistenza. Il calo dell’occupazione è serio (210 mila posti persi nel 2009) e ogni giorno dell’ultimo semestre in media 30 imprese sono fallite”. “Tuttavia - ha concluso Pompei – la base imprenditoriale continua ad espandersi e all’interno di questa dinamica le imprese guidate da donne crescono a un rimo più accentuato”. Altro dato interessante è la maggiore presenza delle donne imprenditrici in settori tradizionalmente “maschili” come le Costruzioni. E la presenza delle donne si afferma anche all’interno degli organismi societari, come dirigenti e top manager”. Un dato questo che trova riscontro anche a livello provinciale dove alla fine del 2008 le donne imprenditrici ricoprivano 41.061 cariche, di cui di cui 13.946 come socie (il 13 34%), 11.639 come titolari (il 28,3%), 11.284 come amministratrici (il 27,5%)”.
Nella sua relazione, il Prof. Sergio Sacchi dell’Università degli Studi di Perugia, ha analizzato l’impatto della crisi economica sulle imprese femminili.
“Riteniamo che l’obolo imposto dalla crisi economica alle donne imprenditrici possa essere notevole – ha affermato il Prof. Sacchi. Sia in maniera diretta, incidendo sui settori meno competitivi e più femminilizzati dell’industria e impattando su varie attività terziarie; sia indirettamente, passando per la riduzione della spesa pubblica o semplicemente per un dirottamento dei trasferimenti dall’assistenza alle famiglie ai sostegni ai settori produttivi: come dire, meno asili e più automobili”. Per quanto si riferisce all’impatto che la crisi produce specificamente nei confronti delle imprese femminili, il Prof . Sacchi, anche in questo caso, ne ha evidenziati di due tipi: uno diretto, per cui l’impresa femminile ancora mediamente più piccola e prevalente in settori fragili soffre la pressione degli eventi esattamente come tutte le piccole imprese e dunque è di per sé a maggior rischio. Con l’aggravante di una maggiore difficoltà nell’accedere al credito in presenza di scarsità di finanziamento. “Vi è poi il fatto - ha sottolineato Sacchi – che qualora pure arrivino, i finanziamenti tendono a penalizzare l’impresa femminile con un + 0,3% di costo rispetto alla consorella impresa maschile”. Il secondo impatto è indiretto, meno evidente e forse più insidioso, e passa per le eventuali difficoltà del capofamiglia lavoratore e per la conseguente rinuncia ad alcuni servizi di mercato che finiscono per ricadere sulle donne, costrette a più ore di lavoro e sottoposte al peso di aumentate incombenze casalinghe. Con il rischio che donne più preoccupate e affaticate non riescano a mantenere il livello di professionalità e attenzione al lavoro, sia esso di imprenditrice o dipendente”.
Il Segretario Generale della Camera di Commercio di Perugia Dott. Andrea Sammarco ha quindi illustrato i risultati di una recentissima indagine (ultima settimana di giugno) sugli effetti della crisi economica sulle imprese locali, condotta dalla Camera di Commercio su un campione di 100 imprese con titolare, socio o amministratore donna. “Innanzitutto occorre ribadire - ha detto Sammarco – che in provincia di Perugia l’imprenditorialità femminile da tempo è uscita dalla marginalità: al 31 dicembre 2008 infatti e imprese guidate da donne sono oltre 18.400 (21.885 in Umbria) e superano il 26% sul totale delle imprese, con una prevalenza nei settori dell’agricoltura (26,2% delle imprese) e del commercio (25,3% del totale)”.
“Le risposte fornite dal campione intervistato sull’andamento del fatturato nei primi sei mesi del 2009 – ha evidenziato Sammarco - mostrano con chiarezza le conseguenze negative che la recessione sta avendo sul tessuto imprenditoriale femminile della provincia. Tre imprenditrici su cinque (60%) hanno affermato di aver subito una flessione del volume d’affari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Da non trascurare, comunque, che una su tre lo ha mantenuto stabile (27%) o ne ha sperimentato una crescita (6%). Coerentemente con quanto rilevato in una nostra precedente indagine realizzata nel mese di marzo di quest’anno, il settore del commercio è quello che sembra reagire meglio all’attuale fase economica sfavorevole”.
Le imprese maggiormente in sofferenza appaiono quelle di dimensioni più piccole e quelle con bassa propensione all’export.
“Le aspettative delle imprenditrici di Perugia rispetto sui tempi della crisi – ha affermato il Segretario Sammarco non sono ottimistiche. La sensazione prevalente è, infatti, che i primi segnali di ripresa si manifesteranno solo a partire dal 2010; lo sostiene il 49% delle intervistate. C’è, comunque, un 16% più ottimista, che si attende una svolta già entro il 2009, ed un altro 15%, più pessimista, che intravede una possibile ripresa nel 2011. Deve far riflettere, inoltre, il fatto che una impresa su cinque non esprima il proprio parere in merito, indicativo del clima di incertezza percepito dalle imprenditrici perugine”.
Per quanto riguarda i dati per settore, le imprenditrici operanti nel manifatturiero si
mostrano più fiduciose rispetto a quelle attive nel commercio, sebbene in entrambi i casi il 2010 venga visto come l’anno della svolta (rispettivamente il 45% ed il 55%)”
Altro dato emerso dall’indagine di Camera di Commercio è la misura in cui la crisi stia esplicando i propri effetti negativi sui principali fattori economici all’interno della provincia.
“Secondo le imprese femminili di Perugia – ha evidenziato il dott. Sammarco - le conseguenze più rilevanti si stanno manifestando soprattutto sul livello di indebitamento e di investimenti delle imprese (la pensano in questo modo, rispettivamente, l’80% ed il 73% delle imprenditrici), e sui consumi delle famiglie (79%).
Tra le politiche di intervento su cui hanno manifestato maggiore sensibilità le imprese femminili del campione, va ricordata la ricorrenza riferita alla semplificazione della pubblica amministrazione.
“Una imprenditrice su quattro – ha concluso Sammarco – giudica la semplificazione del rapporto impresa – pubblica amministrazione un elemento determinante per il successo di ogni esperienza imprenditoriale. E non tanto per il costo - che tuttavia sfiora ad impresa i 1.000,00 € mensili - ma soprattutto in termini di facilità di accesso ai servizi e di certezza dei tempi degli adempimenti”.
Maria Teresa Severini, Dirigente d’azienda, ha portato alla manifestazione la testimonianza della sua esperienza imprenditoriale ed ha ricordato l’importanza che i Comitati per l’Imprenditoria femminile hanno avuto per la crescita di una cultura d’impresa al femminile.
Il presidente della Giunta Regionale Maria Rita Lorenzetti ha salutato le donne imprenditrici soffermandosi sul significato dei valori che la donna porta con se in impresa. “L’impresa e il lavoro rappresentano parte rilevante del nostro capitale sociale, cui la donna è in grado di portare un proprio valore aggiunto”. Sul tema del credito – priorità ricorrente per le donne imprenditrici – la Presidente Lorenzetti, ha ricordato le misure tempestive adottate dalla Regione e dalla Camera di Commercio di Perugia per garantire l’accesso al credito delle imprese attraverso lo strumento dei Consorzi Fidi. La presidente della Giunta ha voluto infine soffermarsi sul problema del rifinanziamento della legge 215 per l’imprenditoria femminile affermando che la Regione dell’Umbria giudica conclusa questa esperienza, ritenendo al contrario che dovranno essere individuate specifiche misure di incentivazione e sostegno all’interno altri strumenti di intervento regionale.
 



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