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07-08-2014

Movimprese - II Trimestre 2014

 

MOVIMPRESE - La demografia delle imprese in provincia di Perugia
II trimestre 2014


Al 30 giugno 2014 lo stock complessivo delle imprese operanti in provincia di Perugia si ferma a quota 73.004 unità, in calo di 602 unità rispetto a un anno fa, ma in ripresa sul trimestre precedente (+28 imprese).
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio di Perugia: “Da aprile a giugno di quest’anno in provincia di Perugia sono nate 1.028 nuove imprese, mentre 913 hanno cessato l’attività. Il saldo risulta positivo di 115 unità, ma con una crescita al palo – soltanto + 0,16% -, un dato che relega Perugia al 103° posto sul totale delle 105 province italiane. Dietro Perugia soltanto Catania e Caltanissetta.
“Una crescita tanto esigua non ha certo la forza di diventare tendenza. Anche secondo questo indicatore dunque, la ripresa è ancora indefinita e tutt’altro che prossima”.

 

Nel secondo trimestre del 2014, il sistema produttivo della provincia di Perugia è tornato ad accrescersi, seppur a ritmi molto contenuti.
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio di Perugia: “I dati dell’ultima rilevazione di Movimprese sulla nascita/mortalità delle imprese (II trimestre 2014) non risultano influenzati da una ripresa dei cicli economici che resta debole, se non proprio inconsistente”. “Da aprile a giugno di quest’anno in provincia di Perugia sono nate 1.028 nuove imprese, mentre 913 hanno cessato l’attività. Il saldo risulta positivo di 115 unità, ma con una crescita di fatto praticamente azzerata - + 0,16% - contro una media nazionale addirittura del + 5,9%. In quest’ultima rilevazione Perugia è relegata al 103° posto sul totale delle 105 province italiane. Peggio di Perugia soltanto Catania e Caltanissetta”.

 

L’analisi congiunturale del secondo trimestre 2014

Il secondo trimestre del 2014 mostra comunque un discreto rafforzamento numerico del sistema imprenditoriale perugino; le iscrizioni sono state, infatti, pari a 1.028 unità, quasi il 13% in più delle cessazioni “non di ufficio” . Questo incremento riduce lo squilibrio negativo tra iscrizioni e cessazioni, che si era determinato nel precedente trimestre, portando il saldo del primo semestre 2014 a -180 unità.
Rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, l’andamento della nati-mortalità delle imprese è però sfavorevole: infatti, le iscrizioni diminuiscono del 3,2%, mentre le cessazioni aumentano fortemente (di oltre il 64%) (vedi grafico 1). Su base semestrale, la situazione è per altro migliore, considerato che rispetto al primo semestre del 2013, le iscrizioni aumentano di oltre il 6% e le cessazioni crescono di quasi l’11%.

 

L’andamento delle iscrizioni e delle cessazioni (non d’ufficio) è molto diverso in relazione alla forma societaria. Con riferimento al secondo trimestre 2014, tra le società di capitali, le iscrizioni sono oltre cinque volte le cessazioni; anche per le società di persone e le “altre forme” societarie, il saldo è decisamente positivo, ma proporzionalmente più limitato. Nel caso delle imprese individuali, le cessazioni risultano invece più numerose delle iscrizioni. Va rilevato comunque che le iscrizioni di imprese individuali sono oltre due volte e mezzo quelle di società di capitali.
Rispetto al secondo trimestre del 2013, rimane invariato il numero di imprese entrate in scioglimento e liquidazione. Aumenta invece di quasi l’82% il numero dei fallimenti e delle altre procedure concorsuali.


L’andamento delle iscrizioni nei diversi comparti produttivi

Le iscrizioni sono prevalentemente concentrate nel Commercio (quasi il 30% delle nuove iscritte “classificate”); seguono le Costruzioni con il 14,5%, l’Agricoltura e i Servizi alle imprese con valori intorno al 12-13%.

Rispetto al secondo trimestre 2013, le iscrizioni aumentano nel Turismo (+7,5%) e in Servizi alle imprese (+5,3%); diminuiscono in modo significativo nel Manifatturiero (-20%), in Agricoltura (-17%) e Commercio (-16%) (vedi grafico 2). Su base semestrale, l’Agricoltura mostra la contrazione più significativa (quasi del 10%); mentre le Costruzioni vedono aumentare le iscrizioni di oltre il 12% e il Turismo del 4,5%. Significativo anche l’incremento di quasi il 30% in Trasporti e spedizioni, ma partendo da un valore assoluto modesto.

 

L’andamento delle cessazioni nei diversi comparti produttivi
Il Commercio accentra la parte prevalente delle cessazioni “non d’ufficio” osservate nel trimestre in analisi (30% del totale delle cessate “classificate”); segue l’Agricoltura (23%) e le Costruzioni (15%).
Rispetto al secondo trimestre 2013, le cessazioni diminuiscono solo in Trasporti e spedizioni; aumentano in modo molto forte in Agricoltura (+148%), Commercio e Turismo (rispettivamente +105% e +102%). Queste tendenze permangono, ma con valori meno accentuati, anche se si fa riferimento ai dati semestrale; rispetto al primo semestre 2013, le cessazioni aumentano in Agricoltura del 41%, nel Turismo del 28% e nel Commercio del 18%. Diminuiscono in Trasporti e spedizioni del 13%.

 

Iscrizioni di imprese “femminili”, “giovanili” e “straniere”
Nel secondo trimestre 2014, le nuove iscritte “femminili” sono il 30% del totale; quelle “giovanili” arrivano al 32%; le “straniere” si fermano, invece, poco al di sotto del 17%. La proporzione delle nuove iscritte “straniere” è piuttosto elevata rispetto alla media nazionale.
Rispetto al secondo trimestre 2013, le nuove iscritte sia “femminili” che “giovanili” risultano in calo; rispettivamente del 4,3% e del 6,7%. Quelle “straniere” sono invece in crescita di poco più del 4% (vedi grafico 3). Nel primo semestre 2014, invece, tutte le tre tipologie di impresa sono in aumento; le “straniere” in modo particolare, con una crescita del 18%.

Le nuove iscritte “femminili” si distribuiscono in modo prevalente nel Commercio (31% delle imprese classificate); seguono l’Agricoltura e il Turismo con valori attorno al 15%. Arriva al 34% la quota di nuove iscritte nel Commercio, nel caso di quelle “giovanili”; seguono poi le Costruzioni con circa il 17% e il Turismo con il 13%. Nel caso delle nuove iscritte “straniere”, il Commercio arriva ad assorbire il 39% del totale, seguito dalle Costruzioni (quasi il 30%).

 

Scarica il comunicato integrale completo di tabelle


 

 




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