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Osservatorio sull'Imprenditoria Femminile - I trimestre 2011

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E' più rosa il tessuto dell’Italia produttiva: 15mila imprese femminili in più tra marzo 2011 e 2010 (+1%).

 

La voglia di fare non manca, le idee nemmeno e se l’occupazione è un problema e la crisi si fa ancora sentire, le donne italiane guardano con sempre più interesse alla via dell’impresa. E' questo il profilo che emerge dai dati delle Camere di commercio, che hanno registrato 14.688 imprese femminili in più rispetto alla stessa data del 2010, un aumento che corrisponde ad una crescita relativa dell’1% su base annua, decisamente meglio della media del totale delle imprese cresciute, nello stesso periodo, dello 0,6%.

  

Nella provincia di Perugia, al 31 marzo 2011, le imprese femminili erano 18.800, 316 in più rispetto a un anno fa, con una crescita dell’1,7%, ben più alta rispetto alla media nazionale (+ 1%).

 

Leggermente più contenuta la crescita su scala regionale: +1,6%, per un totale di imprese umbre femminili al 31 marzo 2011 pari a 24.785 unità.

 

Meglio delle colleghe umbre hanno fatto le imprenditrici della Toscana, regione leader in cui l’aumento di imprese rosa è stato doppio della media (+2%). Decisamente dinamiche anche le imprenditrici del Lazio (+1,9%) e della Puglia (+1,7%).

 

Se si considera l’incidenza delle imprese femminili sul tessuto economico regionale, a fronte di un tasso di femminilizzazione italiano pari al 23,4%, quello umbro tocca il 25,9%, il quarto assoluto in Italia dopo Abruzzo, Basilicata e Campania.


“Ma un dato merita attenzione particolare – ha sottolineato il Presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni – ed è riferito alla crescita delle forme di impresa rosa più strutturate, con le società di capitale che avanzano in Umbria del 5,1%, anche in questo caso oltre la media nazionale del 4,6%. Ciò significa che sullo stock complessivo delle imprese umbre femminili il peso delle società di capitali ha toccato il 12%, più vicino ai livelli raggiunti nelle regioni del nord Italia”.

 

La selezione della forma giuridica ha fatto emergere nell’ultimo anno un orientamento verso forme “associate” di gestione degli assetti aziendali. E difatti, le variazioni di maggior rilievo in Umbria riguardano i consorzi saliti addirittura del 13,6% e le altre forme societarie con + 17,2%. 
 

 

Scarica qui il comunicato stampa integrale

 

 

Voci collegateeconomia locale, imprenditoria femminile

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