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24-11-2011

Trasparenza & LegalitĂ : un percorso comune tra istituzioni, imprese e societĂ  civile

 

Tavola rotonda organizzata dalla Camera di Commercio di Perugia in collaborazione con InfoCamere, su “Trasparenza e Legalità: un percorso comune tra istituzioni, imprese e Società civile”.


Moderato da Giuliano Giubilei, vice Direttore Tg3 Rai, il dibattito ha visto la partecipazione di uomini delle istituzioni, rappresentanti del sistema camerale nazionale e locale, magistrati:


Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio di Perugia
Luciano Hinna, Componente CIVIT, Comm. Indipendente valutazione integrità e trasparenza;
Claudio Gagliardi, Segretario Generale Unione Italiana delle Camere di Commercio;
Fausto Cardella, Procuratore Capo Procura della Repubblica di Terni;
Valerio Zappalà, Direttore Generale InfoCamere;
Nilo Arcudi, vice sindaco di Perugia;
Davide Pati, Ufficio di Presidenza di LIBERA, Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie;
Alberto Bellocchi, Presidente Fondazione Umbria contro l’Usura OnLus.
 

 

Netto e definito l’incipit da cui è mosso il dibattito: “ Esiste un legame tra la disciplina della trasparenza nella pubblica amministrazione e la lotta alla corruzione. La trasparenza è infatti il mezzo attraverso il quale si possono individuare e quindi prevenire situazioni illecite e di conflitto di interessi”.


“Solo partendo da un’azione sinergica tra istituzioni pubbliche, associazioni di cittadini, imprese e rappresentanze economiche sul territorio si può delineare un percorso comune per l’affermazione di una cultura della legalità e della trasparenza” ha esordito il presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni. “La disciplina della trasparenza ha nella Camera di Commercio un protagonista convinto – ha sottolineato con forza il Presidente Mencaroni - e già da tempo abbiamo dato attuazione al principio della accessibilità totale alle attività che svolgiamo e ai risultati conseguiti attraverso la creazione e l'aggiornamento continuo di un'apposita sezione del sito internet (denominata Trasparenza, Valutazione e Merito), che contiene tutte le informazioni concernenti l’organizzazione, gli andamenti gestionali, gli incarichi e le consulenze, i bandi di gara, la pubblicità legale (provvedimenti adottati dagli organi), sovvenzioni, contributi, crediti e sussidi, gestione dei pagamenti”. “Il contrasto della illegalità parte dall’affermazione della cultura della trasparenza – ha aggiunto Mencaroni – ed è fondamentale in quest’ottica che le istituzioni possano ottenere e condividere facilmente tutte le informazioni atte a costituire un supporto prezioso per l’attività di prevenzione e contrasto alla criminalità economica. Ma la Camera di Commercio di Perugia è impegnata anche su altri fronti e recentemente è stato avviato un confronto con l’Associazione Libera che nelle prossime settimane porterà alla firma di un Protocollo di Intesa per promuovere iniziative utili a contrastare fenomeni di infiltrazione criminale anche nel tessuto economico ed imprenditoriale, e ad accrescere la sensibilità comune nei confronti di questi fenomeni”.


Ancora Mencaroni: “La tutela della legalità costituisce un baluardo imprescindibile per lo sviluppo economico, a protezione della libertà degli operatori economici e di un regolare svolgimento delle dinamiche imprenditoriali. Tanto più nell’attuale fase di crisi economica, in cui è più facile l’insorgere o l’aggravarsi di  fenomeni criminali. Le istituzioni devono essere attente ai propri comportamenti, anche per quanto riferito alla gestione delle gare di appalto e ai pagamenti verso i fornitori. Non è possibile tollerare, soprattutto nel corso di una crisi tanto profonda, tempi di pagamento che arrivano a un anno, così come non possono essere affidati appalti con ribassi che arrivano al 50%. Da parte sua la Camera di Commercio di Perugia ha deciso di costituire un fondo di 2 milioni di euro che nel 2012 favorirà l’accesso al credito delle Pmi della provincia”.


Una domanda è aleggiata fin dall’inizio sul dibattito: “L’Umbria è a rischio mafie? Quali le infiltrazioni criminali che minacciano la nostra regione?”


La risposta, pur con diverse sfumature, conferma l’ampliarsi del fenomeno, ma anche la diversità dell’ umbra rispetto a quella di realtà territoriali ben più compromesse.
Il presidente della Camera di Commercio di Perugia non si è certo nascosto che anche in Umbria, da sempre ritenuta ai margini dei grandi fenomeni malavitosi, molto è cambiato, come peraltro dimostrano i clamorosi episodi registrati nelle ultime settimane in comune di Perugia.


“Non possiamo negare le infiltrazione mafiose in Umbria, al contrario affermiamo che esistono – ha detto Fausto Cardella, Procuratore della Repubblica di Terni – anche se per fortuna da noi non si manifestano in maniera drammatica con omicidi e estorsioni. In Umbria le attività mafiose si indirizzano verso gli appalti, i settori della gestione dei rifiuti e in parte anche nel mondo sempre prospero dell’usura”. “Tuttavia, posso dire che per chi, come il magistrato, è chiamato a contrastare le mafie, lavorare in Umbria è un privilegio: certo perché non si spara, ma anche e soprattutto perché la gente ha un solido senso civico e una forte capacità di reazione. La società civile è un tessuto sano, così come la gran parte delle istituzioni, che funzionano a dovere e sono estremamente sensibili e disponibili”.


Ma il procuratore Cardella avverte: “Nel parlare di organizzazioni criminali, camorra e ‘ndrangheta in Umbria occorre scegliere i termini giusti e mantenere equilibrio: non bisogna enfatizzare per non allarmare una popolazione estranea al fenomeno e al tempo stesso però non bisogna sminuirne la gravità perché questo porterebbe ad un abbassamento dei livelli di contrasto, che invece devono essere massimi, proprio in territori come l’Umbria, che essendo sostanzialmente sani, sono per questo, paradossalmente più esposti all’arrivo di fenomeni criminali. Non dobbiamo dimenticare che sin dagli anni ’90 si parlava già dell’Umbria come uno dei possibili “covi freddi” della criminalità organizzata. Erano gli anni della fase stragista di Cosa nostra e gli inquirenti avevano sufficienti elementi già all’epoca per ritenere che le mafie stessero virando verso l’Umbria in cerca di una zona franca (poiché insospettabile) per ripulire il denaro sporco dell’organizzazione investendo in attività commerciali, ricettive, turistiche della nostra regione”.
La conclusione del Procuratore Cardella è chiara: “Se si vuole fronteggiare la mafia, non solo nelle zone con l’epicentro, ma anche quelle di possibile contagio, come è l’Umbria, bisogna prima di tutto combattere il fenomeno della corruzione e del malcostume, terreno molle sul quale le varie forme di criminalità avanza con estrema facilità”.


Davide Pati, Ufficio di Presidenza di LIBERA, Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie “Mafie e Umbria: un binomio che silenziosamente si è fatto strada nel circuito legale dell’economia e che produce affari attraverso i più longevi business: il traffico di droga e quello della prostituzione. Oggi l’Umbria è cresciuta economicamente e lo stesso hanno fatto anche le mafie. Il loro “confronto” oggi si gioca su altri livelli anche a causa di un panorama economico finanziario internazionale mutato. La mafia del nuovo millennio agisce sempre più come una Spa in alcuni territori e come un service in altri. Al sud assume anche le facce di un ammortizzatore sociale. Qui in Umbria sodalizi criminali si saldano, grazie all’arrivo di soggetti provenienti da quelle che gli inquirenti chiamano zone “sensibili”, in un terreno che nel tempo ha mostrato dei “vuoti” dei cedimenti strutturali. La corruzione, la crisi economica delle piccole e medie imprese, hanno creato il varco in cui i capitali delle mafie hanno tentato di inserirsi, spesso riuscendoci”.


Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere nazionale, ha illustrato i percorsi seguiti dal sistema camerale nazionale per giungere, attraverso la trasparenza, al perseguimento di una più alta cultura della legalità. “Come Unioncamere abbiamo costituito e insediato il Comitato per la Legalità, che a nome di tutto il sistema delle Camere di commercio, è incaricato di coordinare le azioni di monitoraggio e le iniziative antiracket e antiusura; intensificare i rapporti con le autorità competenti, anche mettendo a disposizione le informazioni del Registro delle imprese; rafforzare i contatti con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati per fornire, grazie ad un Progetto di sistema realizzato in collaborazione con l’Associazione Libera, supporto alle attività di re-immissione sul mercato dei beni confiscati, a cominciare dalle oltre 1.300 imprese con centinaia di dipendenti sottratte alle attività illecite”.


Il Segretario Generale di Unioncamere ha posto l’accento su un’altra iniziativa di grande significato adottata di recente dal Consiglio Generale dell’Ente, che ha deciso di aderire a nome dell’intero sistema camerale italiano al Protocollo per la legalità già sottoscritto nel 2010 dalle Camere di commercio di Reggio Emilia, Modena, Crotone e Caltanissetta, “che – ha detto Gagliardi – nei mesi scorsi hanno già avviato una serie di iniziative di contrasto alla criminalità, rafforzando la collaborazione con le istituzioni locali.


”Fonte della cultura della legalità, la trasparenza – in primis quella che deve ispirare ogni azione della Pubblica Amministrazione – ha cambiato radicalmente il rapporto tra cittadino e stato” ha affermato Luciano Hinna Componente CIVIT, Commissione Indipendente Valutazione Integrità e Trasparenza. “Un tempo era il principe che a sua discrezione la concedeva al suddito, mentre oggi con l’avvento della Accessibilità Totale è cambiato tutto e la Trasparenza è diventata un diritto di tutti”.
“Il problema – ha detto ancora Hinna – è che ancora oggi è difficile ottenere la Trasparenza, che non può essere – in quanto etica – sottoposta a condizionamenti di alcun tipo. La Trasparenza è una cultura da indossare e spesso non è una operazione facile”.


Valerio Zappalà, Direttore Generale di Infocamere, la società consortile per la gestione e divulgazione del patrimonio informativo del sistema camerale, di cui è parte integrante, ha illustrato le potenzialità offerte dalle banche dati camerali , che on line possono essere consultate da tutti e “ovviamente anche dalle forze dell’ordine – ha ricordato con soddisfazione Zappalà – che ne usufruiscono per le loro indagini”.
Gli strumenti predisposti da Infocamere sono svariati. “Oltre a ri.visual – ha affermato il Direttore Zappalà – che fornisce in formato grafico-visuale le informazioni su imprese o persone presenti nel Registro delle Imprese, stiamo sviluppando un programma specifico per le esigenze degli investigatori, che consente di mettere in evidenza quelle situazioni che potrebbero nascondere fenomeni criminali. A questo proposito si potranno effettuare specifici corsi di formazione per gli operatori del settore, al fine di permettere loro di sfruttare al massimo le potenzialità del sistema”.


Nel suo intervento il Vice Sindaco di Perugia Nilo Arcudi ha ricordato come la mancanza di una cultura della legalità produce anche forme estreme di illegalità economica come l’evasione fiscale che costa alla collettività circa 300 mld di euro l’anno. Sulle infiltrazioni criminali che stanno aggredendo il tessuto sociale ed economico cittadino, Arcudi – condividendo quanto affermato dal Procuratore Cardella – ha invitato all’equilibrio “evitando allarmismi eccessivi, ma al tempo stesso ad innalzare il livello di monitoraggio e contrasto del fenomeno”.


La Fondazione Umbria contro l’Usura ONLUS, presieduta da Alberto Bellocchi, con la sua attività offre da oltre 15 anni una ancora alle vittime degli usurai e al tempo stesso cerca di arginare la diffusione del fenomeno. Usura e criminalità spesso trovano spazi comuni in cui operare e allora la pericolosità sociale cresce notevolmente. “La Fondazione – ha ricordato Alberto Bellocchi - soccorre e prestare assistenza finanziaria, legale e morale a vittime di usura che si siano rivolte all’autorità Giudiziaria. Parallelamente attuiamo ogni iniziativa idonea per la prevenzione del fenomeno dell’usura”. Il presidente Bellocchi: “Va detto che interesse principale e prioritario dell’intervento della Fondazione è l’aiuto a famiglie che si trovino in difficoltà: che poi lo stato negativo derivi da fatto personale (gioco, malattie che hanno colpito i componenti del nucleo) e da dissesto derivante dal cattivo andamento dell’impresa o dell’esercizio commerciale gestito è situazione che viene attentamente vagliata per decidere i termini dell’intervento”.
Nel corso di 15 anni di attività l’Ente ha fatto centinaia di interventi per fideiussioni che oramai si avvicinano ai venti milioni di Euro.


“Oggi la crisi economica ha fatto crescere il rischio usura – ha sottolineato il Presidente Bellocchi – e dunque appare a questo punto addirittura superfluo affermare l’importanza, o meglio la necessità, di assoluta trasparenza nell’agire della pubblica amministrazione e nel sistema bancario per combattere corruzione e conflitto d’interessi che sono spesso alla base del fenomeno dell’usura”.

 

 

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