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Le conclusioni del Convegno di Gubbio sulle prospettive del turismo nel Centro Italia

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Si è tenuto venerdì 9 marzo a Gubbio l'interessante Convegno che l’Associazione Interregionale delle Camere di commercio ha voluto dedicare allo sviluppo turistico di un’area geografica, quella del Centro Italia, dalle straordinarie potenzialità ancora non espresse in modo compiuto.

 

 

 

Abbiamo eccellenze in tutti i campi, ma c’è molto da lavorare soprattutto sui grandi vettori della mobilità, sulla rete delle strutture ricettive, sulla capacità di promuovere e valorizzare il territorio sia collegandolo a quanto di meglio esprime sia agendo sugli operatori internazionali e sui nuovi strumenti come Internet”, ha detto il presidente interregionale Alberto Drudi.

 

 

Sui tanti aspetti di forza e su alcuni punti di debolezza si è concentrata l’iniziativa della Associazione interregionale, nel suggestivo palazzo Pretorio, cui il sistema camerale ha partecipato ai propri massimi livelli con il presidente nazionale Ferruccio Dardanello.


Il filo conduttore dell’analisi è stato lo studio Centro Italia e turismo: che cosa cambia, commissionato all’istituto Isnart, illustrato da Flavia Maria Coccia, della direzione operativa a Roma e scaricabile (in 4 parti) sulla barra destra di questa pagina. Sono altresì intervenuti Diego Guerrini, sindaco di Gubbio, Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio di Perugia e l’assessore della Regione Umbria Fabrizio Bracco. Ha moderato la giornalista Donatella Bianchi. Nutrita è stata la presenza di operatori e associazioni di categoria.

 


Solo il 15 per cento dei turisti stranieri e il 7 per cento degli italiani – ha evidenziato il presidente di Unioncamere, Dardanello visita le regioni centrali perché attratto dal patrimonio artistico e culturale. Eppure questa è la terra di Piero della Francesca e di Michelangelo. Solo il 6 per cento degli italiani e il 9 per cento degli stranieri trascorre una vacanza nelle province fuori dai grandi tour, perché desideroso di gustare le eccellenze della consolidata e feconda tradizione enogastronomica. Occorre promuovere l’ulteriore qualificazione dell’offerta, costruire un’identità turistica più definita, risolvere il problema infrastrutturale, cui il sistema camerale lavora da tempo e con successo”.

 


“I Paesi dell’Occidente – ha sostenuto il presidente Drudi – sono sempre mercati molto interessanti per noi, a mio giudizio la vera scommessa sono però le aree del mondo in forte sviluppo, dove centinaia di milioni di persone accedono a un reddito superiore e scoprono il piacere di viaggiare. Ora la mia proposta è: creiamo un marchio per le Terre di Mezzo, uniti siamo una vera forza. Questa è una consapevolezza che si sta facendo largo nel sistema camerale. Spetta soprattutto ai giovani imprenditori il compito di interpretare una domanda turistica che sta cambiando e che continuerà a cambiare. Chiede qualità, professionalità, tipicità, accoglienza calorosa e prezzi contenuti”.

 

 


Giorgio Mencaroni, presidente camerale a Perugia, ha ricordato con orgoglio che l’Umbria è considerata “la regione più romantica del mondo” ed è eccellente la ricaduta anche sull’immagine turistica. “La musica deve cambiare – ha aggiunto – Dobbiamo suonare strumenti diversi come la promozione unitaria dei luoghi e dei prodotti. Le varie Regioni del Centro Italia non devono temere di promuovere la propria offerta turistica coinvolgendo anche i territori vicini”.

 

 

Il sindaco Diego Guerrini: “Grande soddisfazione per avere ospitato un’iniziativa così importante nella nostra città, Gubbio, che è uno scrigno dell’età medievale e che per questa sua connotazione assicura importanti risvolti economici nel settore turistico”.

 


“C’è un disegno organico – ha detto l’assessore regionale Bracco – per promuovere i territori sull’asse Marche – Toscana – Umbria, che si fonda su spunti emersi anche in questa sede, come i progetti riguardanti il turismo tematico. Sono dunque in corso molte e significative iniziative che tendono a valorizzare ciò che abbiamo e che merita ulteriore specificazione, come l’archeologia. L’Umbria ha superato la promozione turistica tradizionale, puntando sulla promozione integrata. Il nostro territorio è il valore aggiunto che rende più noti i nostri prodotti”.

 


 

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