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04-11-2009

"Crisi e capitale umano"

 

Nel terzo trimestre 2009 si consolida la stabilizzazione degli indici, ma la ripresa appare timida ed incerta.
La crisi continua a pesare sull’attività delle imprese.
E sul fronte occupazionale emergono forti criticità, che potrebbero ulteriormente aggravarsi nei prossimi mesi.
Il Presidente della Camera di Commercio di Perugia Ing. Giorgio Mencaroni: ”Nel manifatturiero e nel commercio della provincia di Perugia, il 35% delle imprese ha ridotto il numero degli occupati e per la prima volta in dieci anni l’indagine Excelsior segnala una brusca riduzione dell’occupazione.
Tuttavia le imprese dimostrano di voler investire sul futuro e il 30% di esse ha proceduto a nuove assunzioni, puntando sui profili professionali più alti e qualificati. Dunque le imprese assumono meno, ma investono in capitale umano”.

 

 

La Camera di Commercio di Perugia ha presentato stamane nel corso di una conferenza stampa una indagine condotta su un campione di 100 imprese manifatturiere e commerciali per valutare gli effetti della crisi sul tessuto economico locale riferiti al III trimestre del 2009. Focus dell’indagine lo stato del mercato del lavoro da cui arrivano segnali di forte criticità.
In questo particolare momento di difficoltà sotto il profilo economico e sociale, la Camera di Commercio di Perugia ha rafforzato il proprio ruolo di osservatorio economico, attivando un sistema di monitoraggio permanente sull’andamento di alcuni settori economici (industria – artigianato - commercio) per dare voce all’imprenditoria locale, coglierne periodicamente i segnali di difficoltà o di fiducia, ascoltarne le richieste in termini di azioni concrete e di politiche economiche di contrasto. Con l’intenzione di utilizzare i risultati di queste indagini per orientare le stesse politiche camerali e per metterli a disposizione dei decisori politici locali, nell’auspicio di arrivare al più presto a scelte che rendano operative le misure anticrisi rivolte alle imprese.
L’indagine su “Crisi e capitale umano” è stata illustrata dal Presidente della Camera di Commercio di Perugia Ing. Giorgio Mencaroni, dal Segretario Generale Dott. Andrea Sammarco e dalla Responsabile dell’Ufficio Studi e Ricerche Economiche dell’ente Dott.sa Anna Cagnacci.
Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio di Perugia: “La comunità economica è concorde nell’affermare che “il peggio è passato” e in effetti, anche a livello locale, da almeno un trimestre si sono manifestati segni di stabilizzazione con qualche tentativo di risalita. Non ci nascondiamo tuttavia che la crisi morde ancora e investe aspetti diversi dell’economia. L’indagine sul manifatturiero e sul commercio segnala per il III trimestre di quest’anno fatturati in flessione per 71 imprese su 100, un dato addirittura peggiorato rispetto alle indagini precedenti, con il restante 29% che al contrario dichiara fatturato stabile o in aumento. Una percentuale quest’ultima che sale al 37% nel commercio, al 36% nel manifatturiero artigiano e tocca il 44% per le imprese di più recente costituzione”.
Fra le conseguenze negative subite dalle imprese, l’Indagine della Camera di Commercio evidenzia come le principali siano la riduzione degli ordini della clientela (35,6%) e la minore liquidità (34,5%), le difficoltà di riscossione dei pagamenti (27,6%), riscontrate soprattutto dalle imprese artigiane e dalle imprese di piccola dimensione, e la compressione dei margini (18,4%).
“Tuttavia, non sono irrilevanti le note positive che abbiamo registrato e che testimoniano di un clima effettivamente cambiato” ha sottolineato Mencaroni ricordando come nei primi 9 mesi di quest’anno il 30% delle aziende ha effettuato investimenti e l’8,6% di quelle che non hanno investito in questo periodo dichiarano di essere pronte a farlo nei prossimi mesi. Quel 30% di aziende investitrici è di media dimensione, hanno oltre 49 addetti e fatturano più di 5 milioni di euro. Questo dato indica quanto tenace sia l’orientamento dell’imprenditoria perugina in un contesto congiunturale tra i più sfavorevoli che si ricordino”.
L’Indagine fornisce una risposta chiara: in questo momento gli effetti più duri della crisi si stanno manifestando sul mercato del lavoro. Questa è l’emergenza che potrebbe anche aggravarsi nei prossimi mesi.
Ancora il Presidente Mencaroni. “Il 35% delle imprese manifatturiere e commerciali di Perugia ha ridotto il numero degli occupati, peraltro anche l’Istat nel II trimestre del 2009 a livello regionale indicava una flessione tendenziale dell’1,6%, pari a una perdita di 6.000 posti di lavoro, che tuttavia è presumibile ritenere siano in buona parte dovuti alla mancata sostituzione di personale in uscita per pensionamento. Desta preoccupazione inoltre il fatto che a differenza delle precedenti crisi, in quella attuale i posti di lavoro persi nell’industria difficilmente potranno essere sostituiti come avviene di solito dal dinamismo del settore terziario, anch’esso alle prese con difficoltà ancora non del tutto superate”.
L’esubero di personale legato al calo di produzione, sperimentato da oltre metà delle aziende intervistate, viene fronteggiato soprattutto mediante il ricorso agli ammortizzatori sociali. Circa la metà delle imprese con esubero di personale sta ricorrendo alla Cassa Integrazione Guadagni, una su quattro effettua riduzione delle ore lavorate e, infine, il 15% delle imprese ricorre alla misura del licenziamento, rinunciando alle professionalità acquisite. Nella vicina Toscana è stato recentemente stimato un dato ancora superiore, pari al 18%.
La stessa indagine Excelsior ha messo in evidenza l’attacco duro della crisi all’occupazione, segnalando, per la prima volta dopo oltre 10 anni d’indagine, una brusca riduzione dell’occupazione e un calo consistente della quota di imprese con previsioni di assunzione.
Il deterioramento del saldo provinciale è legato soprattutto ad una flessione del tasso d’entrata nel mercato del lavoro, piuttosto che ad un incremento del tasso d’uscita.
Le imprese che riducono l’occupazione sono soprattutto di medie dimensioni, hanno un fatturato sopra a 5 milioni, un portafoglio consistente sull’estero e sono nate prima del 1990.

“Dal nostro sistema imprenditoriale salgono tuttavia alcune note positive anche sul fronte occupazionale” ha ricordato il presidente della Camera di Commercio di Perugia. “Nei mesi più caldi della crisi – ha detto - 30 aziende su 100 hanno investito nel capitale umano procedendo a nuove assunzioni, puntando in particolare su profili di alta professionalità e specializzazione. L’obiettivo è quello di prepararsi ad affrontare la sfida della ripresa potendo contare su competenze capaci di fare la differenza, di produrre innovazione, di accrescere la competitività.
La quota delle professioni maggiormente qualificate (le figure high skill - ossia dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici) cresce di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2008 ed è quasi raddoppiata nell’ultimo quinquennio, passando dal 10% del 2005 al 18% del 2009”.
L’investimento in capitale umano emerge anche dal progressivo incremento della richiesta di personale con un livello d’istruzione più elevato, la cui bassa quota ha rappresentato da sempre un punto critico per la nostra provincia. La richiesta di personale con diploma universitario nel 2009 raggiunge quasi il 9%, a fronte del 3% nel 2005, riducendo ulteriormente il gap rispetto alla media nazionale (12%).
Il Dott. Andrea Sammarco, Segretario Generale della Camera di Commercio, ha approfondito gli aspetti più significativi dell’Indagine legati alla evoluzione congiunturale dell’economia provinciale.
“Dai dati settoriali – ha evidenziato Andrea Sammarco - emerge come una quota piuttosto consistente sia di imprenditori del manifatturiero che del commercio sperimentino una diminuzione delle vendite (76,7% per i primi e 62,5% per i secondi), con il settore del commercio che conferma una maggiore capacità di reazione, in linea con le indagini antecedenti, evidenziata peraltro anche dalla maggiore percentuale di imprese che indicano un aumento del fatturato (15% contro il 3,3% del manifatturiero)”.
“All’interno del settore secondario si deve sottolineare – ha notato il Segretario Generale Sammarco - una certa criticità per quanto riguarda le imprese non artigiane, per le quali si registra un 90% di riposte che indicano un calo del fatturato contro il comunque alto 63,3% delle imprese artigiane. Ulteriori indicazioni possono essere tratte dalle stime quantitative sulle variazioni del fatturato: la diminuzione del 17,3% per l’economia perugina si verifica in corrispondenza di una perdita del 20,8% del volume di affari del settore manifatturiero, a fronte di un più contenuto -12% del commercio. Per le imprese artigiane e non artigiane si registrano invece simili perdite di fatturato intorno al -20%”.
In tale contesto, dati positivi arrivano dall’andamento degli investimenti.


“Nell’economia perugina – ha ricordato il Segretario Sammarco - il 30% delle aziende ha effettuato investimenti nei primi nove mesi del 2009. Nel caso del settore manifatturiero la percentuale di operatori che afferma di aver investito sale al 35%, con un 43,3% per le imprese non artigiane; mentre nel commercio la percentuale rimane ad un comunque soddisfacente 22,5%, sebbene coloro che dichiarano di investire nei prossimi mesi scende al 3,2% rispetto al 12,8% del settore secondario”. E ancora “Dati piuttosto positivi sugli investimenti si registrano anche per le aziende con oltre 49 addetti e per quelle con oltre 5 milioni di euro di fatturato, tra le quali rispettivamente il 59,1% ed il 48,3% degli operatori dichiara di aver investito: la dimensione aziendale sembra garantire pertanto maggiore disponibilità di risorse da investire nonché prospettive più favorevoli di rilancio”.
Quando secondo gli imprenditori perugini arriverà il tempo di una ripresa solida e duratura?
La risposta è nell’Indagine ed è improntata alla cautela.
“La maggioranza degli imprenditori intervistati (64%) – ha detto Andrea Sammarco - ritiene che i primi segnali di ripresa si manifesteranno nel corso del 2010, in linea con quella riscontrata nelle precedenti indagini. Per il 16% degli intervistati le aspettative sono però più pessimistiche, con segnali di ripresa previsti per il 2011. Andando ad analizzare le aspettative circa il momento di svolta della congiuntura in base al settore di attività, è interessante notare come nel settore del commercio vi sia la percentuale più elevata di operatori incerti circa gli sviluppi futuri dell’economia provinciale (22,5%), mentre tra le imprese artigiane c’è la quota più ampia di imprenditori che ritiene che sia il 2011 il periodo in cui si potranno avvertire i primi segnali di cambiamento (23%)”.
Altri aspetti legati alle dinamiche occupazionali sono stati evidenziati dalla Responsabile dell’Ufficio Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Perugia Dott.ssa Anna Cagnacci.
“Le professioni più ricercate in provincia nel 2009 – ha riferito Anna Cagnacci – sono: Addetti alle vendite, Operai specializzati in vari settori dell’edilizia, Tecnici dell’Amministrazione e dell’Organizzazione. Da notare che pur essendo in calo progressivo, resta ancora alta la percentuale delle assunzioni di difficile reperimento”.
“Un dato significativo – ha notato la Dott.ssa Cagnacci – è in forte controtendenza rispetto all’andamento nazionale e del Centro Italia, riguardano le assunzioni di personale immigrato. In provincia di Perugia la percentuale sul totale delle assunzioni tocca il 25,4% in forte crescita rispetto al 2008, a fronte del 18,1% del Centro Italia e del 17% nazionale in contrazione netta rispetto all’anno scorso”.
 

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