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18-12-2012

Trasparenza e LegalitĂ  per le imprese, Forum Obiettivo Impresa del 18 dicembre 2012

 

"Trasparenza e legalità per le imprese", Forum Obiettivo Impresa del 18 dicembre 2012.

Hanno partecipato al Forum:
Fausto Cardella, magistrato
Salvatore Lo Leggio, Libera – Associazioni nomi e numeri contro le mafie
Giorgio Mencaroni, presidente Camera di Commercio di Perugia
Francesco Merloni, docente Università degli Studi di Perugia
Stefano Vinti, assessore ai Lavori pubblici Regione Umbria

Moderatore Federico Fioravanti, giornalista.

E’ intervenuto il Prefetto di Perugia S.E. Vincenzo Cardellicchio.
 

Trasparenza e legalità sono le gambe sulle quali fare camminare il nostro paese.
In Umbria la cultura della legalità è più solida rispetto alle aree critiche del paese, ma i fenomeni di infiltrazione si sono acuiti negli ultimi anni. La corruzone e le altre forme di illegalità sono percepite in crescita da cittadini e imprese, che chiedono di essere tutelati e garantiti da leggi severe, efficaci e realmente in grado di fronteggiare ogni forma di illegalità.


“La trasparenza e la Legalità sono ormai avvertite come una necessità impellente perché abbiamo risorse talmente ridotte e tempi talmente stretti che non ci possiamo consentire le distrazioni e le poche attenzioni del passato” ha affermato il Prefetto di Perugia Vincenzo Cardellicchio. “E i tempi sulla trasparenza sono essenziali. Da Prefetto leggo ogni possibile ritardo come un tentativo di inquinamento. Ricordo i primi certificati antimafia, dove il ritardo nel rilascio del certificato era l’alibi per una richiesta di sollecitazione, che poteva anche essere l’embrione di una cattiva azione. Allora abbiamo fissato i tempi, in cui rilasciare certificati, tempi certi, perentori. Oggi, una volta di più, abbiamo bisogno di questo perché nulla deve essere lasciato all’alibi della Corruzione. In aggiunta, invoco la consapevolezza di tutti perché trasparenza e legalità sono gambe su cui far camminare l’economia del nostro Paese. E l’economia significa la sicurezza del nostro sistema familiare, di imprese, di civiltà. In questa prospettiva è di grande significato il Protocollo di Intesa che la Camera di Commercio ha sottoposto alla Prefettura e alla Questura di Perugia e che senz’altro firmeremo a breve”.


“Come ente di rappresentanza delle imprese della provincia, la Camera di Commercio di Perugia– ha annunciato il Presidente dell’Ente Giorgio Mencaroni - ha stilato un Protocollo di Intesa con Prefettura e Questura che sottoscriveremo nel prossimo mese di gennaio e di questo ringrazio il Prefetto e il Questore per la loro piena disponibilità e sollecitudine”. “Il Protocollo si prefigge una più stretta sinergia di intervento nella tutela degli imprenditori operanti nella provincia, nell’ottica della prevenzione e del contrasto dei fenomeni di illegalità e prevede, fra l’altro, forme di raccordo e scambio informativo fra le nostre istituzioni, basate sull’attività svolta dallo “Sportello per la Legalità”, anche attraverso la messa a disposizione di dati più approfonditi provenienti dal registro delle imprese. Infatti è di estrema importanza che le istituzioni possano ottenere e condividere facilmente tutte le informazioni che costituiscono un supporto prezioso per l’attività di indagine, prevenzione e contrasto alla criminalità economica”.


Ma anche in Umbria – ovviamente – si avverte la necessità di far crescere la disciplina della trasparenza, a tutti i livelli, nella pubblica amministrazione come nelle attività private: è questo uno degli strumenti più efficaci nel contrasto ad ogni forma di illegalità. “La Camera di Commercio da parte sua ha varato, tra le prime in Italia, il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, che ha attuato “l’accessibilità totale” alle proprie attività e ai risultati conseguiti. Tutti possono conoscere visitando una apposita sezione del nostro sito internet denominata “Trasparenza, Valutazione e Merito” le informazioni concernenti l’organizzazione, gli andamenti gestionali, incarichi e consulenze, bandi di gara, pubblicità legale (ovvero i provvedimenti adottati dagli organi), sovvenzioni, contributi, crediti e sussidi, gestione dei pagamenti”. “La tutela della legalità costituisce – ha concluiso Giorgio Mencaroni – è un pilastro imprescindibile per lo sviluppo economico, a protezione della libertà degli operatori economici e di un regolare svolgimento delle dinamiche imprenditoriali. Ed è con particolare soddisfazione che annuncio che la Camera di Perugia ha ottenuto il finanziamento nazionale per l’apertura, nel 2013, di uno Sportello per la legalità, che opererà prima di tutto integrandosi con le istituzioni, le associazioni e le strutture già esistenti sul territorio. E’ importante che l'imprenditore in difficoltà non si senta solo. E’ nostro compito sostenerlo e aiutarlo a resistere ad eventuali condizionamenti criminali e contribuire ad affermare la cultura della legalità e rendere più forte l'imprenditoria sana”.

 

Il contrasto alla illegalità e alla corruzione non sempre dispone di mezzi legislativi appropriati e anche il recento decreto sulla Corruzione firmato dal Ministro Severino ha sollevato qualche perplessità.
“Anche se qualcosa di positivo sono riuscito ad intravedervi – ha precisato Fausto Cardella, Procuratore Capo dell’Aquila – e cioè l’aver reso più agevole l’atività investigativa contro la corruzione, che è un reato nascosto, difficile da scoprire, in cui nessuno parla. Oggi la corruzione è diversa dal reato configurato in tempi lontani anni luce. Bene, a me pare che il decreto anticorruzione sembra aver attenuato difficoltà investigative con cui per anni abbiamo dovuto fare i conti”. Ha aggiunto Fausto Cardella: “Tutto il resto non va. O perché è deludente ciò che è stato fatto, o perché è terribilmente deludente ciò che non è stato fatto, ciò che ci saremmo aspettati, ciò che avremmo desiderato, ciò che era assolutamente necessario e fattibile”.
Tre sono i fronti in cui dobbiamo misurarci, secondo il Procuratore Cardella “:Evasione, infiltrazione e corruzione. In materia di evasione fiscale si sta facendo tutto il possibile per non contrastarla. Intanto le sanzioni sono basse. In Italia le soglie di evasione così alte e le sanzioni penali così basse e non proporzionate, che l’effetto deterrente e anche l’effetto proprio punente della norma penale è pressoché vicina allo zero”. “Senza dire – ha notato Fausto Cardella – dell’assenza di riferimenti valoriali: da un ventennio, ci arrivano messaggi contraddittori e negativi che rimandano all’immagine che pagare le tasse è da stupidi, che il furbo non paga le tasse, che l’evasione è tollerata, quasi dovuta perché troppo alta, dimenticando che le tasse sono alte proprio perché tutti non le pagano”.


Sul tema dell’evasione si è soffermato anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Stefano Vinti che ha ricordato come l’evasione in Umbria è a livelli più alti di quanto indicato da alcune indagini recenti: “Da un rapporto deella Commissione istituita dal Governo Berlusconi – ha ricordato Stefano Vinti – un anno e mezzo fa in Umbria veniva stimata in circa 4 miliardi di euro, una cifra enorme. Questo problema dovrebbe essere al centro dell’attenzione”. “Mi pare si stia pensando a tuttaltro” ha detto Vinti.
La stima della corruzione in Umbria fornisce risultati altrettanto preoccupanti. E’ ancora l’Assessore Vinti a fornire una indicazione. “Se la corruzione in Italia vale 70 miliardi di euro, allora in Umbria potremmo attestarci sull’1%, forse non 700 milioni di euro, ma certo intorno a 500 milioni. Anche questa una cifra che preoccupa. Anche perché sono convinto che non solo la Pubblica Amminastrazione ne risulti coinvolta, ma che la corruzione tra privati raggiunga livelli considerevoli e che perdipiù, con magiore facilità, sfugge ai controlli. Non dobbiamo minimizzare questo lato del fenomeno, che rappresenta un costo ingente per le imprese, per la tenuta del mercato, per la trasparenza. E su cui è necessario essere più presenti e puntuali”.
“Soprattutto in momento di gravi difficoltà – ha concluso Vinti – il credito e la sua gestione assomuno un ruolo decisivo e in Umbria il problema è forse più grave che altrove, senza considerare che le difficoltà siano legate anche all’anomala percentuale del sistema bancario umbro, in merito alla concessione di mutui senza garanzie, rispetto ai sistemi bancari delle altre Regioni. Mentre assistiamo all’allargamento degli usurati nella nostra Regione”.
Francesco Merloni, professore ordinario nella facoltà di scienze politiche Università di Perugia che fa parte della Commissione di studio, sulla trasparenza e la prevenzione della corruzione nella Pubblica Amministrazione e ha preso parte al gruppo di lavoro incaricato di predisporre il testo del decreto delegato in materia di trasparenza,, ha illustrato gli aspetti più significativi della legge anticorruzione 190/2012 .


“I decreti delegati in materia di incompatibilità, inconferibilità di incarichi nelle pubbliche amministrazioni sono pronti – ha annunciato il Prof. Merloni - quindi il Governo che lo voglia fare li può adottare. In questi decreti per la trasparenza è definito un obbligo di trasparenza e anche il diritto del cittadino al cosiddetto “accesso civico”. Cioè, il diritto di trovare nel sito della Pubblica Amministrazione quello che la legge prescrive, e se non c’è il diritto di chiedere all’Amministrazione di vedere pubblicati i documenti che sono obbligati e se non li trova pubblicati di ricorrere all’Autorità anticorruzione e al Magistrato, cioè la stessa tutela che ha oggi l’accesso nel procedimento diventa un accesso riferito a chiunque, cioè a qualunque cittadino”.
Il Prof. Salvatore Lo Leggio del coordinamento regionale di Libera – Associazioni nomi e numeri contro le mafie si è soffermato sulle tematiche legate al recupero e riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. “In Umbria sono ancora pochi - ha detto Lo Leggio – ma è necessario operare affinchè possano essere affidati al più presto alle ooperative per la gestione”.


“Gli sportelli della legalità che Libera tiene aperti in varie città d’Italia – ha affermato Lo Leggio - si rifanno all’esperienza di quelli che Libera aveva chiamato “SOS Giustizia”, ma la funzione deve essere la stessa: aiutare le vittime delle mafie e i testimoni di giustizia, che non solo soltanto i collaboratori ma quelli che possono testimoniare senza essere partecipi di reati, le vittime, le famiglie spesso abbandonate anche dallo Stato, perfino quando le vittime fossero servitori dello Stato. E guardare e offrire vicinanza e aiuto agli usurati e alle vittime dei racket. E agli imprenditori che rischiano o sono già vittime di usura, a cui indichiamo percorsi legali e di solidarietà”.
 

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