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Crisi globale, risposte locali. Giornata dell'economia 2010

 

Non basta aspettare che la crisi globale trovi le risposte e le soluzioni globali. I territori sono chiamati a dare risposte locali ai problemi globali. A ricercare uno spirito di reazione che determinerà poi le tante diverse velocità con cui i territori usciranno progressivamente dalla crisi. Su questa capacità di risposta sia la politica che l’impresa giocano la loro partita più complessa: fare gioco di squadra, saper scegliere le priorità, concertare e concentrare le azioni e gli interventi.

 

Queste alcune delle considerazioni di fondo che il presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni ha rivolto alla platea in occasione dell'ottava Giornata dell'economia che si è tenuta venredì 7 maggio 2010.

 

Il Sistema provinciale complessivamente ha tenuto, pur risultando costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese, ma con una lunga tradizione imprenditoriale e importanti eccellenze produttive. L’anno 2009 si è chiuso, infatti, con una positiva tenuta del tessuto produttivo che si è ridotto, nella sua componente di imprenditoria attiva, rispetto al 2008, di appena lo 0,3%. Un risultato reso possibile dal buon andamento, in termini di stock di imprese, ma non necessariamente in termini di performance economiche, di alcuni settori quali, ad esempio, la ricettività turistica, l’informatica e la ricerca o le utilities, che hanno contenuto gli effetti negativi registrati nei comparti dei trasporti e delle comunicazioni, del manifatturiero, della sanità, dell’agricoltura e delle costruzioni. In sostanza, dai dati del Registro Imprese, emerge come nel corso del 2009 sono nate 4218 iniziative imprenditoriali, a fronte di 4197 cessazioni, segno di una vitalità del mondo imprenditoriale perugino che non arretra neanche di fronte ad una crisi di portata così vasta. 

 

La provincia ha risentito della congiuntura economica negativa evidenziando nel corso dell’ultimo anno una contrazione del Pil pari al -6,4%;  i dati trimestrali sulla congiuntura della provincia di Perugia indicano come per tre trimestri consecutivi ordinativi, produzione e fatturati siano in risalita, anche se ancora al di sotto dal punto lasciato nel primo semestre del 2008. La produzione nel manifatturiero recupera dal –9,2 % al –7,5 %, i fatturati recuperano dal –10,1 % al –6,4 % e gli ordinativi recuperano dal –10,8 % al –6,8 %; parallelamente anche nel settore commercio le vendite recuperano dal –3,3% al –1%.
 

Un ruolo determinante è rivestito dalle medie imprese. Su queste realtà imprenditoriali vanno determinate politiche puntuali di accompagnamento e rafforzati i legami strategici con il territorio.
Nella provincia di Perugia nel comparto manifatturiero operano 167 società di capitale con più di 50 occupati. Da questo gruppo di imprese, che rappresenta appena 1,4% del totale delle imprese perugine, dipende il 22,8% dell’occupazione e il 29,6% della ricchezza prodotta.
Dal punto di vista settoriale, il contributo alla crescita complessiva del nostro territorio appare molto eterogeneo. Si registra, infatti, al pari di quanto si consolida anche a livello nazionale, un processo di terziarizzazione dell’economia, con i servizi che segnano il progresso più ampio (+18,7% la crescita del valore aggiunto del settore tra il 2003 ed il 2008), rispetto all’industria, alle costruzioni e all’agricoltura. 
Nel terziario, infatti, oltre ai servizi alle imprese e alle famiglie, un ruolo di rilievo è esercitato dal sistema turistico che mostra importanti possibilità di sviluppo, grazie alla presenza di un’offerta ampia e diversificata: al tradizionale e consolidato richiamo religioso, storico e artistico, si è affiancato, infatti, quello culturale, congressuale, ambientale, agrituristico e del benessere. Rispetto alla media nazionale si rileva, inoltre, un’elevata incidenza del settore pubblico che contribuisce per il 16,9% (a fronte del 15,5% nazionale) alla formazione del valore aggiunto, evidenziando una elevata compartecipazione degli Enti locali alla crescita del territorio.

 

In provincia di Perugia l’andamento delle esportazioni è fortemente condizionato dalla situazione di tre settori manifatturieri, quello della produzione di macchinari e attrezzature, quello del tessile, pelli e abbigliamento e quello dell’industria alimentare, settori che contribuiscono per oltre il 60% all’export provinciale.
Tuttavia, occorre segnalare come ancora oggi il nostro tessuto di impresa presenta nel complesso una contenuta propensione all’export e un basso livello di apertura commerciale.
Nel periodo 2003-2008, nonostante la pesante flessione dell’ultimo anno (-20,3%, in linea con quanto avvenuto a livello nazionale), si è comunque registrato un incremento delle esportazioni (+12,3%) leggermente superiore a quello italiano (+9,6%). L’analisi settoriale consente, poi, di affermare come la fase negativa abbia coinvolto tutti i settori (con la sola eccezione del farmaceutico che ricopre tuttavia in provincia un peso marginale), fenomeno questo che evidenzia la trasversalità della crisi economica e finanziaria.
Le imprese perugine che operano all’estero si rivolgono prevalentemente ai mercati occidentali che presentano stili di vita e modelli di consumo più vicini a quelli italiani; nel complesso, infatti, in linea con quanto si registra in Italia, il 61,3% delle esportazioni fa riferimento a prodotti venduti nei paesi dell’UE 27 e l’11,1% all’America settentrionale.
I dati relativi ai singoli Paesi evidenziano, poi, il primato della Germania che rappresenta il principale partner commerciale per le nostre imprese (con un ammontare delle esportazioni pari a 228 milioni di euro), seguita dalla Francia (192 milioni), dagli Stati Uniti (152 milioni) e dal Regno Unito (107 milioni). Seguono gli altri Paesi europei e più distanziate altre realtà economiche, quali l’Asia Orientale che costituisce un mercato in forte espansione e come tale presenta importanti opportunità per le imprese italiane e perugine, l’Africa ed il Medio Oriente.

 

La contrazione dell’attività economica si è ripercossa sul mercato del lavoro che ha registrato nel corso del 2009 una riduzione dell’occupazione e un aumento della disoccupazione e del ricorso agli ammortizzatori sociali tra i quali, in primo luogo, la Cassa Integrazione Guadagni. Tale andamento, che evidenzia l’accentuarsi delle situazioni di criticità sul mercato del lavoro, inverte un trend positivo in atto da alcuni anni che aveva portato il tasso di occupazione complessivo ad avvicinarsi sempre più agli obiettivi prefissati in sede comunitaria (70% nel 2010 secondo il trattato di Lisbona). Tra il 2004 e il 2008, infatti, l’indice di partecipazione ai processi produttivi è salito a Perugia dal 62,9% al 66,6%, un incremento particolarmente sostenuto e ampiamente superiore a quanto mediamente avvenuto in Italia (dal 57,4% al 58,7% nello stesso periodo di tempo).
Proprio dal confronto con il resto del territorio nazionale appare evidente la presenza di un elevato tasso di occupazione che evidenzia la capacità del nostro tessuto produttivo di assorbire forza lavoro: Perugia, infatti, nel corso del 2008 si colloca al quarto posto tra le province del Centro e al 28° in Italia per partecipazione della popolazione ai processi produttivi, evidenziando un forte recupero rispetto ad altre realtà (nel 2004 era posizionata all’11° posto nel Centro e al 45° in Italia). Tuttavia, nel corso del 2009, per effetto dell’inversione dell’andamento economico, il mercato del lavoro perugino ha registrato una pesante contrazione, come testimonia il valore del tasso di occupazione sceso, tra il 2008 e il 2009, dal 66,6% al 64%.
Nonostante ciò, tuttavia, la dinamicità della domanda di lavoro attivata dal nostro sistema produttivo ha contribuito ad incentivare l’offerta di lavoro straniera sul territorio. Sulla base delle stime dell’Istituto Tagliacarne, nel 2009 i lavoratori stranieri impegnati nel sistema produttivo perugino sono 34 mila (stime relative ai primi tre trimestri dell’anno) e rappresentano il 12,4% dell’occupazione complessiva, valore ampiamente superiore alla media nazionale (8,1%) che colloca la provincia in settima posizione in Italia.

 

Il tema dell’VIII Giornata dell’Economia - “Crisi Globale, Risposte Locali” - è stato sviluppato anche da due relazioni tenute da Chiara Vivoli di Aster – Analisi Statistica e Territoriale di Perugia – che ha anche illustrato i risultati di una Indagine condotta ad aprile 2010 su un campione di imprese nate in provincia di Perugia nel 2009 e da Massimo Paoli della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Perugia.

 

Tutti i materiali presentati alla 0ttava Giornata dell'economia sono scaricabili dalla barra destra di questa pagina.

 

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